sabato 31 marzo 2012

Rischio idrogeologico: che misure possiamo adottare???


Ormai un anno è passato dagli eventi drammatici dell'alluvione che ha interessato i comuni di Fornovo di Taro (in particolar modo le frazioni di Riccò e Cafragna), il comune di Sala Baganza e altre località nel nostro territorio. Per quel che riguarda il territorio di Fornovo di Taro, qualche settimana fa, si è svolta a Riccò una riunione promossa dall'Amministrazione Comunale per riferire ai cittadini le misure a breve termine per prevenire future alluvioni del rio Riccò.
I fondi per i lavori di messa in sicurezza, stimati in almeno 1 milione e 500 mila Euro, secondo quanto sostenuto dagli amministratori, non sono al momento reperibili.
Sono solo state, però, proposte “misure comportamentali” con l'aggiornamento del piano provinciale di protezione civile e l'installazione di pluviometri con allarmi al raggiungimento di una quota eccessiva di precipitazioni.
Sinistra Ecologia e Libertà ValTaroValCeno ritiene queste misure sicuramente insufficienti. L'Amministrazione comunale deve impegnarsi maggiormente, in qualunque sede (Consorzio di Bonifica, Provincia, Regione) al reperimento dei fondi necessari per mettere in sicurezza la zona della frazione di Riccò, nodo fondamentale del territorio comunale.
Sinistra Ecologia e Libertà a livello nazionale ha iniziato una campagna in difesa del territorio e del suolo, riassetto idrogeologico, adattamento, messa in sicurezza e cura del territorio chiamata “Terra Nostra”. Vorremmo qui riproporre alcune delle misure proposte all'interno di questa campagna:
⋅  L’adozione da parte del Governo di un piano decennale ordinario per la messa in sicurezza stimabile in 40 miliardi di euro totali e finanziato annualmente dal 10% delle risorse che deriverebbero dalla Patrimoniale, da un taglio delle spese militari, dal contributo di solidarietà e dallo storno delle risorse attualmente destinate al Ponte sullo Stretto di Messina;
⋅  La richiesta ai Comuni di redigere entro 6 mesi Piani attuativi minimi per la messa in sicurezza e la delocalizzazione basati sui seguenti criteri: “rinaturalizzazione” dei fiumi (come ecosistemi umani) e di tutti i piccoli e grandi corsi d’acqua; ristabilimento delle aree di esondazione e delle aree golenali; pulizia degli alvei e sistemazione degli argini; pulizia di tutti i percorsi in cui scorre acqua piovana (fossi, torrenti urbani, tombini, fognature), riforestazione e restauro forestale.
⋅  Una norma che le Regioni e i Comuni dovranno recepire in tempi brevissimi volta a impedire nuove costruzioni in tutte le aree di pertinenza fluviale e nelle aree contigue e ad arrestare il consumo ulteriore di suolo agricolo.
⋅  L’ istituzione di un Servizio Civile Giovanile Regionale (della durata di sei mesi e retribuito) dedicato a lavori di manutenzione e ripulitura in accordo con i Comuni e la protezione civile.
⋅  Il rafforzamento della filiera dei saperi e delle competenze, sia nella formazione delle nuove professioni “verdi”, sia nella valorizzazione di geologi, ingegneri naturalistici, meteorologi e climatologi, architetti paesaggisti, urbanisti ecocompatibili, agricoltori con funzioni di presidio del territorio. È a portata di mano un incremento in quantità e qualità di questi nuovi lavori verdi.
⋅  L’istituzione della figura di “ecologo condotto” nei comuni o per territorio di più comuni o a scala di bacino idrografico, con il compito di individuare le strategie di adattamento e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, coniugate a buone pratiche di manutenzione del territorio.
⋅  Adottare il fiume”ovvero il coinvolgimento delle associazioni ambientaliste, delle forze sociali, del volontariato e dei singoli cittadini nel prendersi cura tutto l’anno del fiume della propria comunità, del corso d’acqua esistente nel proprio territorio.
⋅  Incentivi fiscali alle attività agricole nelle aree a rischio idrogeologico e nelle aree svantaggiate con affidamento diretto agli agricoltori e alle aziende agricole dei lavori di manutenzione e cura del territorio, di riforestazione, di restauro forestale e di rinaturalizzazione (già previsto da leggi esistenti) può dare effettiva attuazione all’idea di azienda agricola multifunzionale.

Nessun commento:

Posta un commento