giovedì 9 aprile 2015

La discarica di Monte Ardone fa ancora discutere.

Questa discarica, nata per accogliere rifiuti solidi urbani e quindi per risolvere l'emergenza rifiuti della nostra zona, dopo varie vicissitudini, è stata destinata ad accogliere rifiuti speciali, che per la maggior parte risultano da lavorazioni industriali e che provengono anche da industrie molto distanti dall'impianto stesso.
Da tempo Sinistra Ecologia Libertà ValTaro ValCeno denuncia le disfunzioni ed i limiti che caratterizzano la gestione della discarica di Monte Ardone, in particolare sul versante dei controlli sui rifiuti conferiti.

Infatti i carichi arrivano all’impianto con un analisi chimica del rifiuto, redatta da laboratori privati autorizzati e di fiducia delle aziende che lo producono e, dopo un sommario controllo da parte del gestore, vengono stoccati nella discarica.
I controlli ufficiali, da parte di Arpa, organismo Pubblico delegato per legge ai controlli, vengono effettuati saltuariamente, una o due volte l'anno, a fronte delle decine e decine di carichi in arrivo settimanalmente.
Nel corso di questi sporadici controlli, è stato rilevato l’arrivo in discarica di carichi di rifiuti non compatibili con le classificazioni autorizzate, quindi rispediti al mittente.
Inoltre, come confermato dalle analisi effettuate, siamo in presenza di inquinanti, cloruri e solfuri in alcuni piezometri posizionati intorno alla discarica con valori molto al di sopra di quelli consenti.
Di fronte a questi dati, si pone con forza la questione della qualità e delle modalità dei controlli.

Chiediamo al Sindaco, per le responsabilità che gli competono in materia di salute e tutela del territorio, di attivarsi nei confronti di Arpa affinchè sia verificata la eventuale presenza nel corpo della discarica di rifiuti inquinanti, in modo quindi da eliminare tutti i possibili dubbi sulle cause della presenza di inquinanti nell'ambiente circostante.

Non minori preoccupazioni, destano le questioni relative alle condizioni geo- morfologiche che si riscontrano nell’area dell’impianto e nella stessa viabilità di accesso, come in più occasioni denunciato da Legambiente ed evidenziati dalla presenza ormai confermata di falde acquifere e da continui movimenti franosi.

E’ a nostro avviso assurdo, a fronte del permanere di questi elementi di forte preoccupazione, ipotizzare un possibile ampliamento quantitativo della capacità ricettiva della discarica.

La discarica, progettata e studiata per contenere 300.000 tonnellate di rifiuto, arriverà a saturazione entro il prossimo anno.

Le motivazioni portate a sostegno dell'ipotesi di ampliamento, nascono dalla trasformazione da discarica progettata e autorizzata per rifiuti solidi urbani, a discarica per rifiuti speciali.
Con il passaggio al rifiuto speciale, essendo il peso specifico di questo rifiuto superiore a quello solido urbano, a parità di peso viene occupato meno spazio nell’area di stoccaggio.

Da qui la richiesta da parte del gestore, di un ampliamento non indifferente, di circa 120.000 tonnellate, pari ad oltre il 30% del peso totale previsto durante la progettazione, che va quindi a mutare l’assetto strutturale del pendio ed appesantire il corpo discarica con ripercussioni sulla sottostante falda acquifera e una maggiore spinta sull’argine di valle.

Auspichiamo che gli enti competenti in materia di nuove eventuali concessioni di ampliamento dell'impianto, tengano nella dovuta considerazione questa situazione sciolgano questi dubbi ed effettuino tutte le verifiche necessarie a garantire la sicurezza ambientale e sanitaria dell’impianto.

Riteniamo necessario, invece di ipotizzare possibili ampliamenti, garantire da subito, il massimo di trasparenza e concretezza nel lavoro dell’Osservatorio, rivendicare controlli dell’Arpa più approfonditi sui rifiuti stoccati in discarica e sui reflui presenti nei piezometri, avviare da subito le azioni conseguenti per una corretta e sicura gestione del post mortem dell’impianto, garantendo così ai cittadini di Fornovo idonee condizioni ambientali e sanitarie.

Il nostro territorio ha subito e stà subendo tutt'ora un impatto ambientale troppo elevato e non più sopportabile, anche per la vicinanza di altre attività a forte rischio ambientale quali la Laterlite e l’autostrada.


Sinistra Ecologia e Libertà ValTaro ValCeno si fà portavoce di queste istanze, chiedendo che si apra subito su questa questione un serrato confronto, a partire dall’osservatorio ambientale, ma che coinvolga anche la cittadinanza tutta.

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